Col suo nuovo progetto 𝘚𝘌𝘓𝘍 𝘛𝘐𝘛𝘓𝘌𝘋, Kae Tempest sente l’urgenza di ricordarci qualcosa di importante, quell’urgenza del presente che qui assume una traiettoria ancor più incalzante. Così, infatti, esordisce in 𝘐 𝘚𝘵𝘢𝘯𝘥 𝘰𝘯 𝘵𝘩𝘦 𝘓𝘪𝘯𝘦, la traccia di apertura: “𝘐 𝘥𝘳𝘢𝘸 𝘥𝘰𝘸𝘯 𝘧𝘳𝘰𝘮 𝘵𝘩𝘦 𝘸𝘦𝘭𝘭 𝘸𝘩𝘦𝘳𝘦 𝘪𝘵 𝘨𝘢𝘵𝘩𝘦𝘳𝘴 / 𝘛𝘪𝘮𝘦 𝘪𝘴 𝘢 𝘳𝘪𝘷𝘦𝘳 𝘵𝘩𝘢𝘵 𝘤𝘢𝘳𝘳𝘪𝘦𝘴 𝘢𝘯𝘥 𝘣𝘶𝘳𝘪𝘦𝘴 / 𝘐𝘧 𝘺𝘰𝘶 𝘸𝘢𝘪𝘵 𝘧𝘰𝘳 𝘵𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘨𝘩𝘵 𝘵𝘪𝘮𝘦, 𝘺𝘰𝘶'𝘭𝘭 𝘯𝘦𝘷𝘦𝘳 𝘣𝘦 𝘳𝘦𝘢𝘥𝘺 / 𝘉𝘶𝘵 𝘴𝘰𝘮𝘦𝘵𝘪𝘮𝘦𝘴 𝘦𝘷𝘦𝘳𝘺 𝘤𝘦𝘭𝘭 𝘪𝘯 𝘮𝘺 𝘴𝘬𝘪𝘯 𝘧𝘦𝘦𝘭𝘴 𝘵𝘰𝘰 𝘩𝘦𝘢𝘷𝘺 / 𝘞𝘦 𝘢𝘭𝘭 𝘬𝘯𝘰𝘸 𝘴𝘰𝘮𝘦𝘵𝘩𝘪𝘯𝘨'𝘴 𝘨𝘰𝘯𝘦 𝘸𝘳𝘰𝘯𝘨”. In 𝘒𝘯𝘰𝘸 𝘠𝘰𝘶𝘳𝘴𝘦𝘭𝘧, il rapper e poeta inglese ci rende partecipi della difficoltà di trovare la parola giusta, della volatilità della parola scritta che muore col suo autore nel momento della stesura: “𝘛𝘸𝘦𝘯𝘵𝘺 𝘺𝘦𝘢𝘳𝘴 𝘥𝘦𝘦𝘱 𝘪𝘯 𝘵𝘩𝘦 𝘳𝘩𝘺𝘮𝘦𝘴 𝘢𝘯𝘥 𝘣𝘦𝘢𝘵𝘴 / 𝘈𝘯𝘥 𝘐'𝘮 𝘴𝘵𝘪𝘭𝘭 𝘴𝘰 𝘧𝘢𝘳 𝘧𝘳𝘰𝘮 𝘧𝘪𝘯𝘥𝘪𝘯𝘨 𝘱𝘦𝘢𝘤𝘦”. Ogni progetto dell’artista vuole intensificare l’urgenza di vivere l’attimo presente: “𝘌𝘷𝘦𝘳𝘺 𝘭𝘪𝘯𝘦 𝘪𝘴 𝘢 𝘭𝘢𝘥𝘥𝘦𝘳 𝘐 𝘤𝘢𝘯 𝘤𝘭𝘪𝘮𝘣 𝘵𝘩𝘳𝘰𝘶𝘨𝘩 𝘵𝘪𝘮𝘦”. Le tematiche sono tanto esistenziali (Kae poeta), quanto psicanalitiche (Kae persona). In 𝘏𝘺𝘱𝘦𝘳𝘥𝘪𝘴𝘵𝘪𝘭𝘭𝘢𝘵𝘪𝘰𝘯, infatti, l’apertura è dedicata alla recitazione di un passo dello psicanalista Carl Jung: “𝘛𝘩𝘦𝘺 𝘢𝘭𝘭 𝘴𝘦𝘦𝘬 𝘵𝘩𝘦𝘪𝘳 𝘰𝘸𝘯 𝘦𝘹𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘤𝘦 / 𝘈𝘯𝘥 𝘵𝘰 𝘢𝘴𝘴𝘶𝘳𝘦 𝘵𝘩𝘦𝘪𝘳 𝘦𝘹𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘤𝘦 𝘢𝘨𝘢𝘪𝘯𝘴𝘵 / 𝘛𝘩𝘢𝘵 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘭𝘦𝘵𝘦 𝘢𝘵𝘰𝘮𝘪𝘴𝘢𝘵𝘪𝘰𝘯 / 𝘐𝘯𝘵𝘰 𝘯𝘰𝘵𝘩𝘪𝘯𝘨𝘯𝘦𝘴𝘴”. Il brano 𝘋𝘪𝘢𝘨𝘯𝘰𝘴𝘦𝘴 si inserisce perfettamente in questo contesto, con Kae che usa sapientemente allitterazioni e consonanze aspre mentre si “diagnostica” una serie di patologie: “𝘚𝘵𝘶𝘧𝘧𝘦𝘥 𝘧𝘶𝘭𝘭 𝘰𝘧 𝘮𝘺 𝘥𝘺𝘴𝘱𝘩𝘰𝘳𝘪𝘢 / 𝘠𝘰𝘶𝘳 𝘥𝘺𝘴𝘱𝘳𝘢𝘹𝘪𝘢, 𝘰𝘧𝘧 𝘦𝘹𝘱𝘭𝘰𝘳𝘪𝘯𝘨 / 𝘗𝘢𝘯𝘪𝘤 𝘢𝘵𝘵𝘢𝘤𝘬𝘴 𝘵𝘰 𝘨𝘦𝘵 𝘵𝘩𝘦 𝘩𝘦𝘢𝘳𝘵 𝘳𝘢𝘵𝘦 𝘶𝘱 [...] 𝘚𝘩𝘰𝘳𝘵 𝘱𝘴𝘺𝘤𝘩𝘰𝘵𝘪𝘤 𝘦𝘱𝘪𝘴𝘰𝘥𝘦 / 𝘐𝘧 𝘐 𝘦𝘷𝘦𝘯 𝘭𝘦𝘢𝘷𝘦 𝘵𝘩𝘦 𝘩𝘰𝘶𝘴𝘦 𝘐'𝘭𝘭 𝘧𝘰𝘳𝘨𝘦𝘵 𝘵𝘰 𝘤𝘭𝘰𝘴𝘦 𝘵𝘩𝘦 𝘥𝘰𝘰𝘳”.

Mattia

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