Quando a inizio anno ho avuto occasione di parlare di 𝘈𝘳𝘮𝘢𝘯𝘪 𝘚𝘦𝘤𝘵𝘪𝘰𝘯, il singolo di lancio di questa fortunatissima collaborazione tra DJ Premier e Roc Marciano, mi ero soffermato particolarmente sul talento di Preemo nell’arte dello 𝘴𝘤𝘳𝘢𝘵𝘤𝘩. L’aspettativa in 𝘛𝘩𝘦 𝘊𝘰𝘭𝘥𝘦𝘴𝘵 𝘗𝘳𝘰𝘧𝘦𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯 è soddisfatta, e lo è particolarmente per l’alchimia creatasi tra un maestro della vecchia scuola e uno degli MC che ha accompagnato un salto generazionale nell’hip-hop, pur rimanendo fedele agli ambienti underground. Perché Roc Marciano ha, con le parole del partner, un gran talento nel riuscire a essere sul pezzo senza mai risultare banale: “Roc fa sempre in modo di non andare mai nella direzione dei tipi prevedibili. Si vanta, senza vantarsi. Mostra stile, senza ostentarlo. Se questo non ha senso per te, allora non sei adatto alla nostra lega di puro stile”. Questo incontro di due diverse generazioni dà forma a un lavoro in cui le strade si intrecciano con il lusso, l’originalità con lo sfarzo. In 𝘎𝘰𝘰𝘥 𝘵𝘰 𝘎𝘰, la strumentale ha un tono sinistro, accompagna con passo lento e un riff di piano ricorrente il racconto di Marci. Nel primo verso, il rapper newyorkese racconta della sua vita e reputazione da 𝘩𝘶𝘴𝘵𝘭𝘦𝘳: “𝘐'𝘮 𝘵𝘩𝘦 𝘴𝘩𝘰𝘰𝘵𝘦𝘳 𝘺𝘰𝘶 𝘩𝘪𝘵 𝘸𝘩𝘦𝘯 𝘺𝘰𝘶 𝘯𝘦𝘦𝘥 𝘢 𝘣𝘶𝘤𝘬𝘦𝘵 [...] 𝘐 𝘱𝘶𝘭𝘭 𝘶𝘱 𝘸𝘪𝘵𝘩 𝘸𝘩𝘪𝘱𝘴 / 𝘏𝘶𝘴𝘵𝘭𝘪𝘯' 𝘵𝘰 𝘨𝘦𝘵 𝘳𝘪𝘤𝘩”, mentre nel secondo ci aiuta per un momento a inquadrarne la prospettiva: “𝘊𝘢𝘯'𝘵 𝘴𝘢𝘺 𝘐'𝘮 𝘱𝘳𝘰𝘶𝘥 𝘰𝘧 𝘦𝘷𝘦𝘳𝘺𝘵𝘩𝘪𝘯𝘨 𝘶𝘯𝘥𝘦𝘳 𝘵𝘩𝘦 𝘴𝘶𝘯 𝘐 𝘥𝘰𝘯𝘦 / 𝘉𝘶𝘵 𝘵𝘦𝘢𝘳𝘴, 𝘴𝘸𝘦𝘢𝘵 𝘢𝘯𝘥 𝘣𝘭𝘰𝘰𝘥 𝘴𝘰𝘮𝘦𝘩𝘰𝘸 𝘮𝘢𝘥𝘦 𝘮𝘦 𝘢 𝘰𝘯𝘦 𝘰𝘧 𝘰𝘯𝘦”. In 𝘗𝘳𝘢𝘺𝘦𝘳 𝘏𝘢𝘯𝘥𝘴, invece, un 𝘣𝘰𝘰𝘮-𝘣𝘢𝘱 minimale accompagna le rime autocelebrative dell’MC: “𝘐'𝘮 𝘭𝘪𝘬𝘦 𝘔𝘢𝘨𝘪𝘤, 𝘐 𝘤𝘢𝘯 𝘴𝘩𝘰𝘰𝘵 𝘪𝘵 𝘰𝘳 𝘱𝘢𝘴𝘴 𝘪𝘵 / 𝘉𝘦𝘤𝘢𝘮𝘦 𝘢 𝘭𝘦𝘨𝘦𝘯𝘥 𝘣𝘦𝘤𝘢𝘶𝘴𝘦 𝘦𝘷𝘦𝘳𝘺𝘵𝘩𝘪𝘯𝘨 𝘐'𝘮 𝘥𝘰𝘪𝘯𝘨 𝘪𝘴 𝘳𝘰𝘰𝘵𝘦𝘥 𝘪𝘯 𝘱𝘢𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯 / 𝘜𝘩, 𝘢𝘭𝘭 𝘮𝘺 𝘮𝘶𝘴𝘪𝘤 𝘤𝘭𝘢𝘴𝘴𝘪𝘤 / 𝘎𝘭𝘰𝘤𝘬𝘴 𝘰𝘯𝘭𝘺, 𝘦𝘷𝘦𝘳𝘺𝘵𝘩𝘪𝘯𝘨 𝘐 𝘴𝘩𝘰𝘰𝘵 𝘪𝘴 𝘱𝘭𝘢𝘴𝘵𝘦𝘳𝘦𝘥 / 𝘗𝘶𝘵 𝘶𝘱 𝘯𝘶𝘮𝘣𝘦𝘳𝘴, 𝘨𝘦𝘵 𝘣𝘢𝘴𝘬𝘦𝘵𝘴”.

Mattia

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